Cos’è la sindrome pre-mestruale?
La Sindrome Pre-mestruale (SPM) è una condizione clinica caratterizzata dalla presenza di sintomi fisici, comportamentali e psichici, che si manifestano alcuni giorni prima della mestruazione e che con essa scompaiono. Quasi tutte le donne (75% circa) hanno lievi disturbi prima ciclo mestruale, ma solo il 25% soffre di una vera e propria sindrome premestruale e solo il 5% riferisce una sintomatologia particolarmente intensa che configura il quadro del disturbo disforico pre-mestruale.
Possono soffrire di SPM anche le donne senza mestruazioni, ma con un ciclo ovarico regolare, come si verifica nel caso di un’isterectomia, di un’ablazione endometriale o nell’uso di una spirale medicata con progestinici, o donne, particolarmente sensibili ai progestinici, che assumono la pillola contraccettiva orale combinata (COC) o che fanno uso di terapia ormonale sostitutiva in menopausa (TOS). (Linea guida RCOG Royal College of Obstetricians and Gynecologists 2017)
Quali sono i sintomi più frequenti?
I sintomi si dividono in sintomi fisici, come aumento di peso, gonfiore, tensione mammaria, nausea, cefalea e dolore addominale, sintomi comportamentali, come scarsa attenzione e concentrazione, tendenza all’isolamento, disturbi dell’appetito e del sonno e sintomi psichici come irritabilità, tensione, labilità emotiva, ansia e depressione. I sintomi possono variare di mese in mese, anche se tendono a formare uno schema nel tempo. Talvolta la sindrome pre-mestruale si può manifestare semplicemente con un peggioramento, nella fase pre-mestruale, della malattia presente (diabete, depressione, epilessia, asma ed emicrania).
Quali sono le cause?
Le cause della sindrome pre-mestruale attualmente non sono ancora chiare.
È probabile che esista una predisposizione genetica che rende ìpersensibile il sistema nervoso alle continue fluttuazioni dei livelli circolanti di estrogeni e progesterone in assenza di loro alterazioni quantitative.
È possibile anche che si alteri il sistema dei neurotrasmettitori cerebrali in risposta all’attività del progesterone e dei suoi metaboliti attivi. Infatti queste pazienti sembrano avere livelli più bassi di serotonina (neurotrasmettitore che riduce l’appetito, l’ansia e la depressione) e/o una ridotta sensibilità al neurotrasmettitore GABA, che come sappiamo possiede un effetto calmante e sedativo.
Dal punto di vista endocrinologico, possono essere chiamati in causa anche l’iperprolattinemia, l’aumento dell’aldosterone con alterazione del ricambio idrosalino, e un alterato metabolismo del glucosio con ridotta tolleranza glucidica e obesità.
Come porre diagnosi di sindrome pre-mestruale?
Si fa diagnosi di sindrome pre-mestruale quando sono presenti i sintomi fisici e psichici già ricordati. Talvolta, specialmente se si sospetta un disturbo disforico premestruale, può essere utile consigliare la compilazione di un diario clinico, per due mesi, dove annotare i sintomi giornalieri, perchè il ricordo può non essere preciso.
Per fare diagnosi di disturbo disforico pre-mestruale devono essere presenti più di cinque dei seguenti sintomi per la settimana prima delle mestruazioni, e devono scomparire subito dopo. Questi sono:
- Sbalzi d’umore (tristezza improvvisa);
- Irritabilità marcata, conflitti interpersonali aumentati, rabbia;
- Umore marcatamente depresso, sentimenti di disperazione o disprezzo per se stessi;
- Ansia marcata, tensione o sensazione di essere “sulle spine”.
Inoltre deve essere presente più di uno dei seguenti sintomi:
- Diminuito interesse nelle attività quotidiane, ritiro sociale;
- Difficoltà di concentrazione, astenia, stanchezza;
- Variazioni marcate dell’appetito, eccessivo consumo di cibo o desiderio intenso per cibi specifici;
- Insonnia o iperinsomnia;
- Sensazione di essere sopraffatti o fuori controllo;
- Sintomi fisici associati alla sindrome premestruale (dolorabilità del seno, gonfiore addominale).
Va specificato che per far diagnosi di disturbo disforico pre-mestruale il sintomo deve ripresentarsi ad ogni ciclo mestruale per circa un anno e deve essere abbastanza grave da interferire con il lavoro, la scuola e le consuete attività sociali e relazionali.
Quale terapia consigliare?
La sindrome premestruale è difficile da trattare. Non esiste nessun trattamento efficace per tutte le donne. Pertanto va sempre effettuato un trattamento personalizzato scegliendo tra i diversi tipi di interventi e trattamenti. Inoltre va sempre consigliato di tenere un diario dei sintomi anche durante il trattamento per verificare l’efficacia del trattamento prescelto.
I primi interventi sono sempre rivolti a migliorare lo stile di vita.
Si consiglia sempre un’alimentazione sana ed equilibrata. Aumentare il consumo di frutta e verdura, aumentare il consumo di pesce, ridurre il consumo di grassi animali ed evitare cibi in scatola e precotti, ridurre l’assunzione di sale ed eliminare la caffeina e gli alcolici. Si consiglia bere molta acqua utilizzare alimenti ricchi di magnesio, calcio, vitamina E e vitamina B6. Anche il consumo di soia è utile in quanto, ricca di fitoestrogeni, contribuisce a bilanciare l’attività di estrogeni e progesterone.
Si consiglia praticare attività fisica. L’esercizio fisico allevia la tensione e dona una sensazione di rilassamento e benessere. È utile anche praticare discipline rilassanti come yoga e tai chi.
Può essere utile partecipare a delle sedute di psicoterapia per imparare a gestire meglio la sintomatologia e lo stress.
Si consiglia talvolta l’utilizzo di supplementi dietetici come l’agnocasto, il magnesio e i complessi multivitaminici, ma in realtà possiedono un’efficacia relativa sui sintomi. I FANS possono essere usati invece al bisogno per contribuire ad alleviare il dolore e la dismenorrea.
Quando i rimedi naturali non sono stati efficaci o quando la sindrome è di grave entità si può ricorrere ad un vero e proprio trattamento farmacologico.
La terapia con contraccettivi orali è considerata il trattamento di prima scelta in quanto blocca l’ovulazione, stabilizza i livelli ormonali e allevia i sintomi. Utili i contraccettivi contenenti come progestinico il drospirenone che ha una scarsa azione sodio ritentiva e utili anche i contraccettivi assunti senza interruzione, in quanto controllano meglio i sintomi.
Utile anche la somministrazione di un progestinico per via orale in maniera continua o per 10-12 giorni prima delle mestruazioni.
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina sono invece farmaci di seconda scelta utili, in condizioni di stress intenso, per ridurre il desiderio di cibo, i disturbi del sonno, l’ansia, l’irritabilità. Questi farmaci possono essere prescritti in modo continuativo o solo durante i 14 giorni della seconda metà del ciclo mestruale.
Anche gli ansiolitici possono aiutare, ma di solito sono meno indicati perché possono creare dipendenza o assuefazione. Il buspirone, che può essere somministrato per tutto il ciclo o durante la fase luteale tardiva, aiuta ad alleviare i sintomi della sindrome premestruale e del disturbo disforico premestruale ma può causare effetti collaterali fastidiosi.
Per approfondire l’argomento:
(Linea guida s. premenstrual RCOG Royal College of Obstetricians and Gynecologists 2017)